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Premio Giornalistico Giuseppe Luconi

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IL GIORNALISMO TRA ARTE, PRIVILEGIO E DECLINO: TANTI OSPITI PER L’EVENTO PATROCINATO DALL’ORDINE GIORNALISTI MARCHE

5 settembre 2020 - SALA LAMPADARIO JESI - Fake news, clickbaiting, new media, blogger, nuove tendenze e mestieri digitalizzati. Il pianeta del giornalismo, quello vero, sta vivendo un momento difficile. Una professione da salvare in fretta, messa sempre più a repentaglio dalla rivoluzione digitale in atto. La carta stampata, di fronte ai nuovi mezzi di comunicazione, è messa quotidianamente a dura prova. I giornalisti devono essere in grado di raccontare la realtà in maniera totalmente nuova, trovando chiavi di lettura differenti e differenziate rispetto a quanto tutti possono vedere, analizzare e commentare tra social network e mass media più classici. Etica e autorevolezza del giornalismo rappresentano tematiche complesse e nel contempo delicate. Un pianeta giornalistico che deve essere capace di mantenere etica e rettitudine anche nei tempi che cambiano, contraddistinguendosi soprattutto nell’attendibilità delle fonti. Fake news e clickbaiting sono lì dietro l’angolo. Su metodi di comunicazione tradizionale e nuovi modelli online si sono confrontati alcuni esperti durante la tavola rotonda andata in scena sabato 5 settembre nelle Marche, a Jesi, in occasione del Premio Giornalistico Giuseppe Luconi patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti delle Marche in memoria del decano dei giornalisti marchigiani, corrispondente per oltre 60 anni di svariate testate quali Rai, Corriere della Sera, Il Giorno, Resto del Carlino, Messaggero. Al talkshow su giornalismo e new media hanno partecipato giornalisti quali Laura Tangherlini (Rai News), Maurizio Compagnoni (Sky), Nicola Binda (Caposervizio Gazzetta dello Sport), Dario Ricci (Il Sole 24 Ore Radio 24), Giammarco Menga (Mediaset) e Giuseppe Cormio, campione del mondo per club con il Volley Civitanova. “Non ci piace il giornalismo che racconta senza andare sul posto, senza scendere sul campo”, sono della stessa opinione Compagnoni e Tangherlini. Anche Francesco Giorgino ha voluto lanciare un messaggio video estremamente rilevante: “essere giornalista e storico allo stesso tempo, come l’indimenticato Luconi, rappresenta un plus, un valore aggiunto non indifferente anche in tempi moderni”. Secondo Nicola Binda, Caposervizio Gazzetta, “il giornalista di un quotidiano stampato ovvero della carta stampata sta vivendo uno stato per così dire di coma. Chi scrive nel cartaceo deve saper offrire una visione chiara e oggettiva, deve saper creare analisi dettagliate, lucide, precise e puntuali, che un social network non sarà in grado di dare.  Gli ha fatto eco la conduttrice tv Laura Tangherlini: «Io sono una giornalista di vecchia scuola. I media stanno vivendo un periodo di forte cambiamento, tanto che alla Rai avevano istituito una task force per contrastare questo problema”. Quindi un messaggio di Maurizio Compagnoni ai giovani: “Quando mi dicevano che sarebbe stato difficile diventare un noto giornalista, mi arrabbiavo come una bestia. Dico ai giovani di crederci sempre, anche se oggi i tempi sono cambiati ed è molto difficile instaurare il percorso da giornalista. Occorre aggiornarsi sempre, scendere in campo con grinta e determinazione”. Anche il giornalista radiofonico Dario Ricci, premiato nella sezione giornalismo radiofonico, ha voluto dire la sua: “Bisognerebbe seguire il percorso qualitativo intrapreso da Giuseppe Luconi, cittadino benemerito di Jesi, oltre 70 anni fa. Ciò per dire che bisogna credere sempre in una stampa libera, oggettiva e autorevole, senza condizionamenti esterni e capace di dar vita a uno stile puntuale, chiaro e sincero, senza retorica e ridondanza, comprensibile a qualunque lettore. Un giornalismo che deve essere, oggi più che mai, capace di trasmettere emozioni senza rinuncia alla verità dei fatti. Sono d’accordo con Luconi quando, in vita, rispondeva ai giovani in tre punti nitidi e molto sintetici ma nel contempo rappresentativi: essere onesti con se stessi per poterlo essere con i lettori; avere le idee chiare per poter scrivere con chiarezza, in modo da farsi capire da tutti; convincersi che il giornalismo non è un privilegio, ma è un servizio, da esercitare con umiltà e sacrificio”. All’evento di sabato hanno partecipato autorità locali e noti giornalisti tra cui il Vice-Sindaco e Assessore alla Cultura della Città di Jesi Dott. Luca Butini, il consigliere Ordine Giornalisti delle Marche Evasio Santoni, l’ex Sindaco Vittorio Massaccesi, la Caposervizio TGR Marche Flavia Fazi, la firma di Focus Emilio Vitaliano, l’ideatore del Premio Luconi Daniele Bartocci (giornalista e nipote di Giuseppe Luconi), Stefano Brecciaroli (conduttore di TvCentroMarche), Mauro Cavina (ex manager comunicazione Bruno Barbieri Chef) e tanti altri.



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